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Incentivi industria 2025: la transizione 5.0 spiegata senza acronimi

  • Immagine del redattore: Tecnico GREEN PRO
    Tecnico GREEN PRO
  • 17 set
  • Tempo di lettura: 4 min

1. Perché un nuovo incentivo se c’era già il 4.0?

Con il Piano Industria 4.0 lo Stato ha spinto le imprese a digitalizzare macchinari e processi. Ma digitalizzare non significa automaticamente ridurre i consumi: anzi, più sensori e più automazione possono far salire la bolletta se l’energia non è gestita bene. Da qui nasce la Transizione 5.0: stesso concetto di “credito d’imposta”, ma premio legato al risparmio energetico. In altre parole: ti agevolo se, oltre a comprare un macchinario smart, dimostri che consumerai meno elettricità o gas.



2. Chi può accedervi (spoiler: quasi tutte le imprese)

  • Qualsiasi forma giuridica: ditta individuale, SRL, spa, cooperativa.

  • Qualsiasi settore: metalmeccanico, alimentare, logistica, servizi.

  • Requisito chiave: sede fiscale in Italia e progetto che riduca i consumi – ≥ 3 % sull’intero sito produttivo – oppure ≥ 5 % sulla linea oggetto di intervento.

Non servono rating ESG o fatturati minimi: basta la verifica del risparmio. Le PMI con bollette sopra i 20 000 € l’anno sono le prime a beneficiarne perché una riduzione di pochi punti percentuali genera subito qualche migliaio di euro di risparmio operativo.



3. Che spese sono ammissibili

  • Macchinari smart (torni, presse, linee di confezionamento) se interconnessi al gestionale.

  • Impianti fotovoltaici e battery storage su coperture industriali.

  • Pompe di calore ad alta temperatura per processi e climatizzazione.

  • Sistemi di monitoraggio (contatori MID, piattaforme software, sensori IoT).

  • Opere elettriche e meccaniche strettamente collegate agli investimenti.

Le opere civili (rifacimento tetto, pavimentazioni) non rientrano, ma se l’intervento comporta bonifica amianto del tetto, quel costo può essere associato alla posa del fotovoltaico in determinate Regioni (verificare bandi locali).



4. Quanto vale il credito (la tabella chiara)

Risparmio energetico certificato

Aliquota di base

Aliquota maggiorata*

3–6 %

35 %

40 %

6–10 %

40 %

45 %

≥ 10 %

45 %

50 %

* Aliquota maggiorata se l’intervento include fonti rinnovabili (per esempio fotovoltaico).

Il credito si calcola sul costo dei beni (macchinari, inverter, batterie) più le spese per la loro installazione. Il tetto massimo è 50 milioni di euro per impresa; pochi lo toccheranno, ma è utile sapere che non c’è un limite “a taglia unica” per le PMI.



5. Esempio concreto – PMI metalmeccanica

Consumi attuali: 120 000 kWh/anno, bolletta ~36 000 €. Intervento proposto:

  1. Sostituzione compressore 30 HP con modello a inverter → −25 000 kWh.

  2. Fotovoltaico 100 kWp sul capannone → produzione stimata 115 000 kWh (50 % autoconsumo).

  3. Sistema di monitoraggio carichi trifase.

Risparmio energetico certificato: −10 % sui consumi globali. Spesa ammessa: 120 000 €. Credito d’imposta: 50 % → 60 000 € ripartiti in 5 quote (12 000 €/anno). Risparmio bolletta stimato: > 14 000 €/anno.

L’investimento netto (60 000 €) si ripaga in circa 4 anni tra credito fiscale e risparmio di energia; dopo, l’azienda beneficia di spese fisse dimezzate e si trova un tetto bonificato dall’amianto (se presente), aggiungendo valore immobiliare.



6. Passaggi chiave senza inciampare

  1. Diagnosi energetica (UNI CEI 16247) a cura di un EGE o ESCO certificata.

  2. Progetto tecnico con calcolo risparmio e allegato economico.

  3. Invio richiesta preventiva sulla piattaforma GSE (apertura prevista entro fine 2024).

  4. Ordine e realizzazione lavori dopo accoglimento prenotazione.

  5. Comunicazione fine lavori con nuova diagnosi a consuntivo.

  6. Caricamento crediti in F24 a partire dall’anno successivo.

Le imprese che hanno già un monitoraggio in tempo reale partono avvantaggiate: il baseline dei consumi è più facile da determinare e dimostrare.



7. Confronto rapido con il vecchio Piano 4.0

Aspetto

Piano 4.0 (fino al 2023)

Transizione 5.0 (dal 2025)

Obiettivo

Digitalizzazione

Digitalizzazione + risparmio energia

Requisito

Bene interconnesso

Progetto globale con risparmio ≥ 3 %

Calcolo incentivo

Percentuale sul costo del singolo bene

Percentuale sul costo dell’intero progetto

Settori ammessi

Tutti

Tutti

Cumulabilità PNRR

Limitata

In fase di chiarimento



8. Domande frequenti delle PMI

Q

A

“Il credito è cedibile?”

No, si usa in compensazione F24 (5 rate).

“Serve per forza un auditor esterno?”

Sì, diagnosi energetica va firmata da EGE/ESCO certificata.

“Posso sommare più sedi?”

Sì, si valuta il risparmio sul singolo sito o sulla linea indicata.

“E se dopo i lavori non raggiungo il 3 %?”

Perdi parte dell’aliquota. Serve margine di sicurezza nella stima.



9. Checklist prima di partire

  • Raccogli 12 mesi di bollette per definire consumi baseline.

  • Mappa i macchinari più energivori (compressori, forni, HVAC industriale).

  • Valuta superfici libere per installare fotovoltaico.

  • Consulta un EGE per una pre-diagnosi: ti dirà se vale la pena andare avanti.

  • Prepara un cronoprogramma realistico: il credito spetta solo su spese entro il 31 dicembre 2025.



10. Conclusione

La Transizione 5.0 non è il solito “bonus a pioggia”: premia solo chi dimostra efficienza misurabile. È un’occasione concreta per chi aveva già in programma di sostituire macchinari energivori o di installare fotovoltaico. Il segreto è partire dai dati — consumi reali, audit serio — e costruire un progetto che stia in piedi anche senza incentivi: a quel punto il 35-50 % di credito diventa una ciliegina che accelera il rientro e rende l’investimento più appetibile per banche e soci.

Pronto a capire se la tua azienda rientra? Fai raccogliere i numeri di consumo, verifica le superfici libere e confronta almeno due offerte di auditor energetici: in meno di un mese avrai un’idea chiara del potenziale risparmio (e del credito che il fisco è disposto a darti).

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