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Ibrido full-electric: quando dire addio al gas

  • Immagine del redattore: Tecnico GREEN PRO
    Tecnico GREEN PRO
  • 17 set
  • Tempo di lettura: 3 min

Come (e quando) dire addio al gas senza sacrificare comfort e portafoglio



1. Quando il metano non è più indispensabile

Per anni ci siamo abituati all’idea che riscaldamento facesse rima con metano. Oggi la musica è cambiata: prezzi del gas volatili, reti elettriche più robuste, fotovoltaico abbordabile e pompe di calore evolute aprono la porta a una casa completamente “no-gas”. L’impianto ibrido full-electric è la tappa intermedia tra il vecchio sistema misto e la totale decarbonizzazione.



2. Che cos’è, in pratica

Un ibrido full-electric unisce tre elementi:

  1. Pompa di calore aria-acqua modulante, dimensionata sul 100 % del fabbisogno termico.

  2. Serbatoio inerziale/boiler che funge da “batteria termica”: accumula calore quando l’energia costa poco (o è gratis dal fotovoltaico) e lo rilascia nei picchi di domanda.

  3. Impianto fotovoltaico (tipicamente 8 - 9 kWp) abbinato, spesso, a una batteria elettrica da 10-15 kWh.

La caldaia sparisce: niente più fumi in canna fumaria, niente più costi fissi del contatore gas.


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3. Requisiti di partenza

Requisito

Valore consigliato

Nota

Classe energetica

almeno B

Dispersioni ≤ 0,35 W/m²K

Spazio tetto FV

40-50 m² liberi

Inclinazione 15-35°, meglio esposizione sud

Potenza elettrica

≥ 10 kW

Monofase potenziato o trifase

Volume tecnico

1-2 m² per unità esterna + serbatoio

Sottoscala o locale tecnico

Se la casa non rientra, conviene migliorare involucro o impianto prima di tentare il no-gas.



4. Caso reale – Torino, collinare (zona climatica E)

Voce

Valore

Abitazione

Villetta, 120 m², anno 2008, cappotto 10 cm

Consumo pre-intervento

1 800 Smc gas + 3 000 kWh elettrici

Nuovo impianto

PDC 12 kW, FV 8 kWp, batteria 10 kWh, boiler 200 L

Costo chiavi in mano

25 000 €

Conto Termico 2.0

−10 000 € (in 2 anni)

Spesa netta

15 000 €

Spesa post-intervento

700 € elettricità (tariffa “tutto elettrico”)

Risparmio annuo

≈ 1 600 €

Pay-back

9,4 anni

CO₂ evitata

3 t/anno



5. Incentivi disponibili

  • Conto Termico 2.0: rimborsa 40-65 % dell’investimento PDC (fino a 5 000 €) e 65 % per ACS, erogato in 2 anni via bonifico GSE.

  • Bonus Casa 50 %: se si preferisce la detrazione decennale.

  • Transizione 5.0: solo per aziende o partite IVA su immobili produttivi.



6. FAQ lampo

Domanda

Risposta sintetica

Che succede con −5 °C esterni?

La PDC modula, il boiler termico cede calore; COP scende ma resta > 2.

Serve trifase?

Dipende: PDC medie (≤ 12 kW) possono girare su monofase potenziato 8 kW.

L’impianto fa rumore?

Unitá esterne moderne < 55 dB a 1 m; serbatoio interno è silenzioso.

Posso aggiungere la batteria dopo?

Sì, l’inverter hybrid lo consente senza disservizi.



7. Vantaggi e limiti a colpo d’occhio

Pro

Contro

Azzeri costi fissi gas

Investimento iniziale alto

Tagli CO₂ di ~80 %

Serve potenza elettrica adeguata

Sfrutti il fotovoltaico al massimo

Spazio tecnico necessario

Bassissima manutenzione

In zone molto fredde COP più basso

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8. Passi operativi (senza brand o offerte inventate)

  1. Audit energetico: calcolo fabbisogno riscaldamento/ACS, diagnosi dispersioni.

  2. Dimensionamento PDC: potenza termica a −7 °C > carico design 80 % (resto coperto da accumulo).

  3. Progetto FV + batteria: verifica ombreggiamenti, scelta inverter hybrid compatibile.

  4. Domanda Conto Termico: compilazione Portaltermico → prenotazione budget → installazione → caricamento fine lavori.

  5. Collaudo e monitoraggio: rilevamento COP stagionale, eventuali tarature.



9. Conclusione

L’ibrido full-electric non è un “gadget per eco-fanatici”, ma una soluzione concreta nelle case giuste: riduce le emissioni, protegge dalla volatilità del gas e, con gli incentivi, rientra in tempi ragionevoli. La chiave è progettare su misura: senza sovradimensionare la pompa di calore, verificando che il tetto dia abbastanza kWh e che l’impianto elettrico regga.

Vuoi capire se il tuo immobile è un buon candidato? Porta in consulenza classe energetica, consumi annui e planimetria del tetto: con tre dati di base si può già stimare la convenienza del salto al “no-gas”.

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